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Le Differenze tra Vini DOCG, DOC e IGT

Guida Completa alle Denominazioni di Origine in Italia

In Italia, il vino è una tradizione che si intreccia profondamente con la cultura e la storia del territorio. Per garantire e tutelare la qualità e la tipicità dei vini italiani, sono state introdotte diverse denominazioni di origine, che stabiliscono standard di qualità, provenienza e produzione. Le principali classificazioni sono DOCG, DOC e IGT. In questo articolo, vedremo le differenze tra queste categorie, le caratteristiche di ciascuna e alcuni esempi per meglio comprendere il valore di ogni sigla.

DOCG: Denominazione di Origine Controllata e Garantita

La categoria di massima qualità per i vini italiani

La Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG) rappresenta il massimo livello di certificazione per i vini italiani. I vini DOCG devono rispettare requisiti molto rigorosi, stabiliti dalle normative italiane e comunitarie. Le uve utilizzate per i vini DOCG devono provenire esclusivamente dalla zona geografica di produzione definita nel disciplinare della DOCG stessa. Ogni DOCG ha regole specifiche per la produzione, la resa massima per ettaro, le tecniche di coltivazione e vinificazione, e i tempi di invecchiamento.

Una caratteristica distintiva dei vini DOCG è la fascetta di Stato, che certifica la qualità e l’autenticità del vino. Prima di ogni imbottigliamento, il vino DOCG deve essere sottoposto a test chimici e sensoriali effettuati da una commissione ufficiale, che valuta la qualità e la rispondenza agli standard. Tra i vini DOCG italiani più conosciuti troviamo il Barolo, il Brunello di Montalcino e l’Amarone della Valpolicella.

DOC: Denominazione di Origine Controllata

Qualità e tipicità garantite, con regole meno stringenti rispetto alla DOCG

La Denominazione di Origine Controllata (DOC) è un gradino sotto la DOCG in termini di severità nei requisiti, ma rappresenta comunque una garanzia di qualità e autenticità. La certificazione DOC è riservata a vini prodotti in aree ben delimitate, utilizzando metodi e vitigni previsti dai disciplinari. I disciplinari per i vini DOC prevedono regole specifiche per la resa, i vitigni ammessi, i tempi di affinamento e i parametri qualitativi, seppur con requisiti meno rigidi rispetto alla DOCG.

I vini DOC devono essere sottoposti ad analisi chimiche e qualitative, ma non è richiesta la valutazione da parte della commissione per ogni imbottigliamento. Questa certificazione, tuttavia, assicura che il vino rappresenti in modo fedele il terroir della zona di produzione. Tra i vini DOC noti troviamo il Prosecco DOC e il Frascati DOC.

IGT: Indicazione Geografica Tipica

Libertà di espressione per i produttori, con un legame riconoscibile al territorio

La categoria IGT (Indicazione Geografica Tipica) rappresenta una certificazione di livello intermedio, che permette ai produttori maggiore libertà di sperimentazione rispetto a DOCG e DOC. Con la certificazione IGT, almeno l’85% delle uve utilizzate deve provenire dalla regione indicata nell’etichetta, mentre il restante 15% può provenire da zone limitrofe. Anche se le regole di produzione sono meno severe, i vini IGT sono apprezzati per la qualità e l’originalità.

L'IGT è spesso scelta dai produttori che vogliono creare vini innovativi, utilizzando vitigni e tecniche che non rientrano nei disciplinari DOC o DOCG. È una categoria diffusa in regioni come la Toscana, famosa per i suoi IGT di qualità, tra cui i celebri “Supertuscan” come il Tignanello e il Sassicaia.

Controlli di Qualità e Fascetta di Stato

Come viene garantita la qualità nelle diverse denominazioni

Le certificazioni DOCG e DOC impongono rigidi controlli di qualità per garantire che il vino rispetti le caratteristiche richieste per essere rappresentativo della denominazione. Nel caso dei vini DOCG, il processo di imbottigliamento è strettamente controllato, e a ogni bottiglia viene applicata una fascetta di Stato che attesta il superamento dei controlli. Questa fascetta è obbligatoria per tutti i vini DOCG e contiene un numero identificativo, che garantisce la tracciabilità del prodotto.

I vini DOC, pur essendo sottoposti a controlli chimici e qualitativi, non richiedono la fascetta di Stato su ogni bottiglia. L'IGT, invece, ha parametri di qualità più flessibili e non prevede fascette o altri sigilli, sebbene il rispetto delle norme stabilite per ogni territorio sia comunque garantito.


Le sigle DOCG, DOC e IGT rappresentano livelli di qualità distinti nel panorama vinicolo italiano, ognuno con regole e requisiti specifici che proteggono la tipicità e la qualità dei vini. La DOCG si distingue per i controlli rigorosi e l’obbligo della fascetta di Stato, mentre la DOC assicura qualità e fedeltà al territorio senza la necessità di una commissione ad ogni imbottigliamento. Infine, l’IGT offre libertà ai produttori, mantenendo comunque un legame con la zona d'origine.

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