
Chianti e Chianti Classico
La storia in breve, toccando schematicamente i punti salienti della nascita del Chianti e Chianti Classico
24 settembre 1716 Bando Gran Ducale ad opera di Cosimo III che portò la Toscana ad essere il primo esempio nel mondo moderno di delimitazione delle zone d'origine dei vini.
Le zone di protezione del Chianti erano: Chianti (odierno Chianti Classico), Carmignano, Pomino e Valdarno Superiore. Vennero escluse le zone dell'odierno Chianti Classico che facevano parte della provincia di Siena. La più accreditata motivazione avanzata da alcuni storici è che, nonostante Siena fosse parte del Gran Ducato da almeno 150 anni, l'amministrazione di essa rimaneva a sestante.
Una vera e propria tappa identitaria, un vino con il nome del territorio ben preciso, al tempo neppure il Bordeaux aveva definito le sue zone.
40 anni dopo nel 1756 arrivò il Portogallo con il Porto e nel 1776 l'Ungheria con il Tockaji.
L'affascinante storia del Chianti prosegue con il personaggio principe di questo vino, Bettino Ricasoli.
Ricasoli già nel '800 definì la "ricetta" del Chianti, Sagiovese, Canaiolo nero per ammorbidire e Malvasia Bianca per diluirne la potenza. È bene ricordare che lo stesso Ricasoli, in una lettera del 1872 a Cesare Studiati (Docente di Viticoltura all'Università di Pisa) mise per inciso che per produrre vini longevi era necessario togliere la Malvasia Bianca.
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